Artico: buco dell’Ozono record, ecco CAUSE e CONSEGUENZE
Un buco di dimensioni record si è aperto nello strato di ozono sopra l’Artico
Ritorna alla mente l’enorme buco che negli anni 80 interesserò l’Antartico il quale fu oggetto di studio della comunità scientifica internazionale. La riduzione di ozono nella bassa stratosfera, nelle aree polari avviene ogni anno, solitamente in primavera; tale riduzione è maggiore sull’Antartico (fino al 71%) mentre sull’Artico può arrivare al 29%.
Ebbene negli anni 80 sull’Antartico, tale riduzione fu notevole tanto che si apri un enorme buco che fece gridare, impropriamente, ad un sconvolgimento climatico. Fortunatamente con il trascorrere degli anni la situazione è rientrata con una lenta chiusura della voragine.
Perché si verifica questo fenomeno?
Durante il periodo invernale sui poli si accumula una grande quantità di aria fredda dipendente dall’attività del Vortice Polare; quando il Vortice Polare risulta molto forte e compatto riesce a trattenere al suo interno una notevole quantità di aria gelida, oltre ad alcune sostanze chimiche: di fondamentale importanza sono il cloro ed il bromo poiché distruggono l’ozono; dunque in prossimità della primavera, l’aumento considerevole delle ore di luce determina continui disturbi alla trottola polare fino a destrutturarla con la perdita totale dell’aria fredda e di tutte le sostanze in esso accumulate.
Cosa è accaduto negli ultimi giorni?
Il buco sull’Artico, che è stato rintracciato dallo spazio e dal suolo negli ultimi giorni, ha raggiunto dimensioni record ed è stato causato dalle basse temperature che hanno interessato le regioni polari settentrionali portando ad un insolito vortice polare stabile. È stato rintracciato dal Servizio di monitoraggio dell’atmosfera di Copernicus, del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine, basato in parte su Reading e finanziato dalla Commissione europea.
Mentre un buco sopra l’Artico è un evento raro, il buco molto più grande nello strato di ozono sopra l’Antartico è stato un grave motivo di preoccupazione per oltre quattro decenni. La produzione di sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono è stata drasticamente ridotta, in base al protocollo di Montreal del 1987, ma alcune fonti sembrano ancora funzionare – nel 2018, sono state rilevate emissioni non autorizzate dalla Cina orientale.
Quali sono i rischi per la popolazione?
In ogni caso, non si prevede che rappresenti alcun pericolo per l’uomo se non si sposta più a sud. Se si estendesse ulteriormente a sud su aree popolate, come la Groenlandia meridionale, le persone sarebbero a maggior rischio di scottature. Tuttavia, sulle tendenze attuali il buco dovrebbe scomparire del tutto entro poche settimane.
Un caro saluto da Giuseppe Stabile
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Giuseppe Stabile
Tecnico Meteorologo WMO (certificato DEKRA)