Riscaldamento Globale: con il Coronavirus in CINA l’aria mai così PULITA

I satelliti confermano in Cina un curioso andamento

L’esplosione dell’epidemia di Coronavirus, battezzato ufficialmente come Covid-19, ha avuto sulla Cina un impatto inaspettato.

Cosa è accaduto, perciò, in sostanza?

Cambiamento repentino nella qualità dell’aria

Proviamo a osservare quindi la cartina sovrastante, in cui è raffigurata la parte orientale della Cina dove si trovano anche le città di Wuhan (epicentro del contagio), Hong-Kong e Pechino (Beijing).

Sulla sinistra ci viene presentata, grazie alle analisi di satelliti americani ed europei, la concentrazione nella troposfera (la parte dell’atmosfera in cui siamo immersi) del Diossido di Azoto (NO2) nel periodo dal 1° al 20 Gennaio 2020.
Sulla destra, invece, la concentrazione nel periodo che va dal 10 al 25 Febbraio 2020.

Cosa possiamo dedurre?

Deduciamo quindi che tale parametro, che è un vero e proprio inquinante atmosferico, è calato repentinamente in Cina proprio a seguito dell’ufficializzazione e dell’ammissione da parte del governo del contagio dovuto all’epidemia di coronavirus, che ha successivamente causato riduzioni parziali o totali delle attività delle fabbriche che producevano in loco, ma anche un generale rallentamento dell’economia.

Il Diossido di Azoto, che in quantità esagerate provoca irritazioni alle vie polmonari, viene immesso infatti nell’atmosfera da centrali elettriche, veicoli a gas, e da tutte quelle macchine che bruciano combustibili fossili.

Permettiamoci infine a questo punto di considerare un lato positivo di questa epidemia: una diminuzione di questo composto chimico non può quindi soltanto che giovare alla qualità dell’aria e, conseguentemente, giovare a noi esseri umani stessi.

Un caro saluto da Giacomo Tricarico.

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