La neve sulle coste della Campania

Dal 3 al 5 gennaio 2019 il mediterraneo orientale è stato interessato da una forte irruzione di aria fredda di origine artica che ha determinato una diminuzione delle temperature su tutta la nostra penisola più sensibile sulle regioni centrali adriatiche e su quelle meridionali. La traiettoria orientale dell’afflusso freddo ha causato la formazione di un minimo depressionario al suolo che per oltre 48 ore è rimasto quasi stazionario tra il basso Adriatico e la Grecia, il quale ha convogliato – sulle nostre regioni centro-meridionali – l’aria fredda che affluiva sui Balcani. In quota, a 500 hPa, abbiamo assistito ad un calo dei geopotenziali fino a 530 dam dove per altro si misuravano temperature molto basse (-38°C).
Si tratta di una configurazione barica non nuova per il nostro mediterraneo, anzi, piuttosto ricorrente durante il semestre freddo; una configurazione che espone il versante adriatico, quello Ionico, parte della Calabria tirrenica, la Sicilia settentrionale e la dorsale appenninica a precipitazioni le quali, sulle regioni centro-meridionali adriatiche, sono causate dall’effetto ASE (Adriatic Snow Effect), un fenomeno che determina forte instabilità a causa del contrasto tra l’aria molto fredda in arrivo dai Balcani e quella più tiepida ed umida presente sul mare Adriatico. Inoltre, la presenza della catena appenninica favorisce un’accentuazione dell’instabilità sul versante orientale (sopravvento) grazie all’ascesa forzata delle masse d’aria (ulteriore raffreddamento e condensazione), nel tentativo di superare il rilievo orografico. Dopo aver oltrepassato la catena appenninica le masse d’aria giungono sul versante tirrenico povere di umidità per cui le precipitazioni risultano praticamente assenti. Con simili configurazioni, affinchè si verifichino precipitazioni anche sul versante occidentale occorre un contributo di aria umida dal Tirreno, magari con la formazione di un minimo orografico sulla costa della Campania (Ponza Low?). Contributo umido che tra il 3 e il 5 gennaio non c’è stato eppure le precipitazioni, anche se deboli, non sono mancate. Precipitazioni che considerate le basse temperature hanno assunto carattere nevoso fino in pianura, estendendosi fin sulla costa. Per quale motivo?
In primis la configurazione al suolo che ha fatto registrare un gradiente barico orizzontale molto debole nella parte finale dell’evento. Il minimo al suolo ha fatto registrare valori intorno ai 1010 hPa (piuttosto elevati) e addirittura dal pomeriggio-sera del 4 gennaio si è portato al di sopra dei 1015 hPa, ampliandosi. Questo ha determinato un’ulteriore attenuazione del gradiente barico orizzontale (differenza di pressione al suolo tra settore occidentale e orientale del mediterraneo) con conseguente diminuzione dell’intensità del vento fino a divenire quasi calmo. Questo ha favorito una minore dispersione di umidità in considerazione anche della qualità della massa d’aria presente in quota: -38°C a 500 hpa (circa 5300 metri) e -9°C a 850 hPa (circa 1500 metri).


Sul versante tirrenico i fenomeni comunque sono risultati di debole intensità con quantitativi pluviometrici nell’ordine dei 1-3 mm (corrispondenti a 1-3 cm di neve).
Ha fatto sensazione il panorama bianco all’alba del 5 gennaio si osservava sulle estese pianure, fino a raggiungere la costa. Questo grazie alla temperatura che si è mantenuta costantemente al di sotto di 0°C durante l’evento nevoso anche perchè la precipitazione si è verificata nelle ore serali e notturne.
In basso le suggestive foto scattate la mattina del 5 gennaio da Altavilla Silentina (319 m.s.l.m) da Arnaldo Mordente il quale sentitamente ringrazio per aver permesso la pubblicazione.











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Giuseppe Stabile
Tecnico Meteorologo WMO (certificato DEKRA)