CLIMA: quanti TORNADO si sono registrati nel 2019? Ecco le zone più colpite in Europa
Alcuni dati statistici sull’andamento dei fenomeni estremi e dei tornado nel corso dell’anno 2019
Cari lettori buonasera e ben trovati a questo aggiornamento scientifico di Meteo7.it! Il 2019 è stato un anno particolarmente dinamico per quanto riguarda la fenomenologia meteorologica estrema: lo conferma la ESSL (European Severe Storms Laboratory) che collabora con decine di portali meteorologici nazionali per la raccolta di informazioni su eventi meteo di rilievo.
Infatti dall’apertura del database di raccolta (2006), l’anno scorso è stato quello più fitto di eventi nell’arco dei 12 mesi. Vediamo quanto emerso!
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I numeri emersi dallo studio sugli eventi estremi
Come anticipato, nel corso del 2019 è stato raggiunto un enorme numero di segnalazioni: basti pensare che gli eventi di infortuni da grandine (sempre su scala europea) sono stati 96, numero equivalente agli eventi censiti dal 2004 al 2018!
In totale sono state raccolte 3275 segnalazioni di grandine, 12027 di raffiche di vento intense, 792 di tornado e 3924 alluvioni.
Per quanto riguarda i tornado (sicuramente il fenomeno meteo più rappresentativo) sono stati censiti maggiormente a ridosso del Mediterraneo (una maggior quantità è rappresentata dai waterspout, in italiano “trombe marine“). I più pericolosi sono stati 28 in totale: 27 F2 e 1 F3.
La disposizione dei decessi tuttavia, è dovuta a differenti fenomeni: gli incidenti mortali sono stati causati principalmente a causa di forti piogge, smottamenti valanghivi e attività elettrica. Le piogge hanno causato infine il 37% delle vittime da fenomeni meteo.
Alcuni eventi rilevanti censiti nel 2019
Come è possibile osservare dalla mappa la disposizione degli eventi meteo ha un’omogeneità spaziale ma anche temporale (anche se il periodo più preposto agli eventi estremi è sicuramente la seconda metà dell’anno).
L’Europa centrale è stata soggetta a numerosi fenomeni vorticosi nel corso dell’estate, mentre l’Italia e la Grecia sono state soggette a due eventi di grandine di grosse dimensioni (ricordiamo l’evento dello scorso 10 Luglio a Pescara che ha determinato 20 feriti).
Infine la stagione autunno-invernale è quella dove si manifestano le alluvioni di maggiori portate (o flash-flood in gergo tecnico). L’area compresa tra la Spagna e la Francia è stata soggetta a numerose alluvioni nel 2019, in quanto zona di contrasto fra correnti atlantiche e umide-tropicali.
Le zone più rischiose in Europa e in Italia
Dallo studio emerso, il Mediterraneo è una zona molto pericolosa e preposta alla formazione di fenomeni vorticosi; la pianura Padana è un’altra zona dove in particolari condizioni meteorologiche, può sfornare trombe d’aria sulla terra ferma: ricordiamo il terribile evento di Dolo che nel 2015 (precisamente l’8 luglio) devastò la riviera del Brenta.
Da notare come le zone costiere sull’Italia siano coinvolte da numerose trombe marine sopratutto in Autunno, stagione nella quale le acque superficiali risultano più calde, dopo aver accumulato il calore dell’intera stagione estiva.
Le pianure dell’Europa centrale (dalla Germania al Belgio) sono altrettanto pericolose e si comportano in maniera molto simile alla Pianura Padana. L’orografia spianata infatti permette ed enfatizza la formazione di supercelle e linee di groppo durante l’estate, in caso di oscillazioni e infiltrazioni d’aria di origine atlantica.
Staremo a vedere se il 2020 sarà all’altezza di una fenomenologia così estrema e variegata e se l’intensificazione di questi eventi potrà essere correlata al fenomeno dei cambiamenti climatici nei prossimi tempi.
Un augurio di buona serata Gabriele Serafini.
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Gabriele Serafini
Tecnico Meteorologo WMO (certificato DEKRA) - AMPRO