La tromba d’aria, genesi ed evoluzione
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La tromba d’aria o il Tornado (ricordiamo che sono 2 fenomeni identici, e dunque sinonimi) è un fenomeno meteorologico tra i più violenti e pericolosi. La sua formazione avviene quando l’atmosfera versa in condizioni marcatamente instabili, quando su una determinata area geografica, nella media troposfera prevalgono i moti convettivi con conseguente formazione di nubi temporalesche (cumulonembi). L’aspetto di una tromba d’aria è simile ad un imbuto che si allunga dalla base di un cumulonembo verso il basso, fino a toccare il suolo. Sia all’interno che all’esterno del cono il vento raggiunge una velocità ragguardevole con direzione circolare. Il diametro della base di una tromba d’aria, solitamente non supera i 500-600 metri, per cui interessa aree geografiche molto ristrette. La sua durata mediamente è di 10 minuti durante i quali si muove con una velocità che può arrivare anche a 100 Km/h.
Abbiamo detto che la sua formazione è legata ad un’atmosfera fortemente instabile: questo avviene quando nei bassi strati l’aria è calda e umida mentre in quota abbiamo la presenza di aria fredda e secca; questo comporta l’ascesa dell’aria caldo-umida con la formazione di una nube a sviluppo verticale, all’interno della quale si ha la discesa dell’aria fredda accompagnata dalle precipitazioni; a questo punto, se al variare della quota, si ha una variazione dell’intensità e direzione del vento (sia in senso orizzontale che verticale) allora può formarsi il cono il quale parte dalla base della nube temporalesca (cumulonembo) dirigendosi verso il basso. Se il cono raggiunge la terra si parla di tromba d’aria, se tocca la superficie del mare allora si parla di tromba marina. Chiaramente, la tromba marina è meno intensa rispetto alla tromba d’aria in quanto l’aria che sovrasta la superficie del mare è meno calda rispetto a quella presente in prossimità del suolo, e dunque la quantità di energia a disposizione è maggiore sulla terraferma.
Il fenomeno si esaurisce quando l’aria nei bassi strati tende a raffreddarsi per via della precipitazione e dunque l’ascesa dell’aria caldo-umida tende cessare.
Per classificare l’intensità di una tromba d’aria (tornado) viene utilizzata la scala Fujita (nome del professore di Chicago che la ideò nel 1971). La suddivisione avviene secondo i gradi di distruttività:
EF0: Debole (vento tra i 105-137 km/h); EF1: Moderato (vento tra i 138-178 km/h); EF2: Significativo (vento tra i 179 – 218 Km/h); EF3: Forte (vento tra i 219–266 km/h); EF4: Devastante (vento tra i 267–322 km/h); EF5: Catastrofico (vento oltre i 322 km/h).
Ultima nota: Le trombe d’aria (tornado) e quelle marine NON possono essere previste, data la complessità delle variabili in gioco.
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Giuseppe Stabile
Tecnico Meteorologo WMO (certificato DEKRA)