Freddo, gelo e neve in arrivo; chi ne ha più ne metta.
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Nel lontano gennaio del 1987 il mitico Generale Andrea Baroni, nella rubrica “Che tempo fa”, esordì dicendo: noi facciamo una netta distinzione tra freddo polare, gelo e neve. Ancora oggi si fa confusione tra un’ondata di gelo e un’ondata di freddo; molti sono convinti che l’aria polare sia la più fredda fra tutte le masse d’aria che circolano sul globo e quando questa raggiunge l’Italia fa presto a parlare di gelo; non si possono accettare annunci rivolti al gelo ogni qual volta una massa d’aria fredda raggiunge la nostra penisola.
Questo modo di divulgare la meteorologia contribuisce a confondere sempre di più l’italiano medio. Quell’italiano che diventa il “fesso della situazione” quando uno pseudo esperto di meteorologia le da informazioni, usando una terminologia tecnica, e allo stesso tempo fuorviante; tanto non può capire il poveretto e per forza di cose dovrà credere, perchè sta parlando chi (apparentemente) ne sa più di lui; ma è così perchè anche i giornali ne parlano (per fare clamore) e addirittura la televisione (per fare audience); già la televisione, è vero dal telegiornale si apprendono solo notizie vere, confermate e riconfermate e anche giustificate dalle immagini. Per carità, nessuno deve sentirsi offeso ma purtroppo la stragrande maggioranza della popolazione ignora totalmente le differenze tra freddo, gelo e neve. Non me ne vogliate ma purtroppo è così ed è ampiamente dimostrabile; primo, per le affermazioni che ogni giorno giungono alle mie orecchie riguardanti, non tanto le previsioni, ma le riflessioni sul tempo che fa; raramente ho sentito affermazioni corrette relative al tempo in atto. Questa prova potrebbe non essere sufficiente poichè, direte, è soggettiva. Ma una prova schiacciante va ricercata nell’acquisizione delle informazioni meteorologiche da parte dell’italiano medio. Il sito che ad ogni ondata di freddo prevista (sia essa debole, moderata o intensa) annuncia sempre gelo e neve in arrivo, e apostrofa ogni perturbazione con nomi fantasiosi della mitologia greca, che nulla hanno a che vedere con la scienza, questo sito è il più cliccato e seguito dagli italiani. Quegli italiani che si nutrono di queste informazioni poichè di semplice lettura e prive di terminologia tecnica credendo di mettere in tasca il miglior prodotto meteorologico esistente in Italia, senza sapere che vengono presi per i fondelli nel vero senso della parola; e tra questi italiani figurano anche la maggior parte dei giornalisti. E ho detto tutto!
ONDATA DI GELO: Possiamo parlare di ondata di gelo quando una determinata area geografica viene interessata da un afflusso di aria molto fredda, di origine continentale, negli strati più bassi della troposfera (generalmente entro i primi 1500 metri di altezza). Le isoterme a 850 hpa (a circa 1500 metri) devono far registrare valori intorno ai -10 -15°C. In Italia eventi del genere si verificano raramente e sono causati dalla discesa di aria di origine artica sul comparto russo e da qui, una volta “continentalizzata“, convogliata sull’Italia da un’area di alta pressione presente sull’Europa centro-settentrionale. In questi casi, le temperature a livello del mare si portano su valori di poco superiori a 0°C anche in pieno giorno, mentre sulle aree esposte al vento di grecale, la colonnina di mercurio rimane al di sotto dello zero per tutto l’arco delle 24 ore (giornata di ghiaccio). Una situazione del genere può verificarsi anche con l’espansione dell’anticiclone russo-siberiano verso l’Europa centrale con correnti che giungerebbero sulla nostra penisola direttamente dalla Siberia attraversando le steppe russe.
Le 2 mappe in basso sono relative all’ondata di gelo che si verificò tra il 26 e il 29 dicembre 1996.
GELO DA INVERSIONE TERMICA: Si tratta delle gelate che frequentemente si verificano in inverno su tutte le pianure e vallate interne della nostra penisola, da nord a sud e non sempre sono causate da afflusso di aria fredda. Basta la presenza di un’area di alta pressione (non di natura tropicale) che staziona su una determinata area geografica la quale determina la compressione dell’aria nei bassi strati della troposfera. Durante la notte, in presenza di cielo sereno il suolo perde calore raffreddandosi notevolmente; la compressione dell’aria verso il basso (causata da elevati valori di pressione atmosferica) favorisce la condensazione del vapore acqueo con la formazione della rugiada al suolo, che si trasforma in brina appena la temperatura scende al di sotto dello zero. Si realizza così il fenomeno dell’inversione termica oltre ad un’accentuata escursione termica giornaliera.
Questo fenomeno si verifica quando su una determinata area geografica è presente un campo di alta pressione.
Ma a partire dal fine settimana così arriverebbe allora?
Nell’occasione vi mostro 3 mappe relative a 3 città italiane dove sono riportate le isoterme previste nei prossimi giorni a circa 1500 metri di quota (primo fascio) e a circa 5500 metri di quota (2 fascio). Senza complicarci troppo la vita consideriamo solo il primo fascio (quello in alto relativo alle isoterme a 1500 metri) e ritornate un attimo a rileggere la spiegazione “ONDATA DI GELO” riportata sopra.
Notate per caso isoterme comprese tra i -10 e i -15°C? Su nessuna delle 3 cartine si evince questa possibilità; al massimo si potrebbero raggiungere i -5°C sulla verticale della città di Verona all’inizio della prossima settimana; ma si tratta di una previsione poco affidabile come testimonia la non convergenza degli spaghi
Non arriverà il freddo intenso (le isoterme previste sono nell’ordine di 0°C) e non sarà gelo, perbacco!
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Giuseppe Stabile
Tecnico Meteorologo WMO (certificato DEKRA)