EFFETTO ALBEDO SUI TERRITORI INNEVATI LUCANI: di cosa si tratta?
Una mattinata soleggiata ha caratterizzato questa ultima domenica di Gennaio.
Ma se osserviamo il quadro termico che l’ha contraddistinta si può notare, prendendo ad esempio la tabella dell’andamento delle temperature di due stazioni meteorologiche situate alle periferie dei due capoluoghi di provincia, che:
1) La stazione di Matera, rispetto ad un valore di temperatura minima registrata nella notte di +2,9°C ha avuto un incremento nella mattinata di +9,3°C facendo registrare un valore massimo di 12,2°C.
2) La stazione di Potenza, invece, dopo una minima notturna di -0,9°C, durante la mattinata soleggiata ha avuto un incremento di soli +5.5°C facendo registrare un valore massimo di temperatura di +6,4°C.
A cosa è dovuta la differenza di incremento di temperatura tra le 2 località?
Soprattutto al minor irraggiamento che si è avuto nel potentino su quelle zone ricoperte in modo uniforme dalla neve che hanno un elevato potere riflettente.
Il Sole, che riscalda il nostro pianeta, invia calore attraverso il vuoto in un ambiente privo di materia. In questo spazio vuoto il calore non può propagarsi né per conduzione, né per convezione, perché mancano quasi totalmente le particelle responsabili di questi meccanismi di trasmissione del calore.
Eppure se ci esponiamo lo stesso ci riscalda, in realtà, come tutti i corpi caldi, emette delle radiazioni calorifiche che vengono assorbite dai corpi più freddi riscaldandoli. Questo meccanismo di propagazione del calore è chiamato irraggiamento. Ora la presenza della neve al suolo, per il suo colore bianco, riflette i raggi del sole in percentuale così come da immagine.
Di conseguenza all’alto potere riflettente nei confronti dei raggi solari le temperature, nello strato d’aria prossimo al manto nevoso, tendono ad abbassarsi, anche in pieno giorno. Questo perché la neve di suo è un corpo che presenta delle temperature molto basse ed è in grado di emettere radiazione infrarossa ad una certa frequenza verso l’alto.
Inoltre il manto nevoso, di suo, isolando il terreno dallo strato d’aria sovrastante contribuisce a raffreddare notevolmente quest’ultimo, ancor più in presenza di giornate calme e serene soprattutto se con scarsa ventilazione e aria secca a quote superiori, determinando un calo termico degli strati di aria sovrastanti.
In conclusione, la presenza al suolo di un manto compatto di neve fresca ha quasi annullato del tutto l’assorbimento del calore da parte del terreno ed il conseguente irraggiamento che avrebbe potuto rilasciare più calore nell’atmosfera circostante e permettere alle temperature di far registrare valori più elevati.
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Germano Di Leo
Meteorologo AMPRO - T.M. WMO (certificato DEKRA)